Non è tutta colpa sua la crisi tecnica in cui si è infilata la “vecchia signora”, ma il parallelismo con Pep Guardiola mette maggiormente a nudo i limiti della società che aveva puntato su Ciro, quale volano del nuovo progetto tecnico bianconero, firmato Blanc e Secco. La Juve non è il Barcellona e le scoppole prese hanno trasformato Ciro Ferrara, per sua stessa definizione, in una sorta di Rocky Balboa quale pugile suonato ma non vinto, mai domo.
Oggi l’ex partenopeo si gioca tutto in 90° minuti, o forse è già tutto deciso al di là dell’esito della partita di Coppa Italia di stasera, contro il Napoli.
Un destino che gli mostra la faccia più amara della medaglia, dal quale partono inavvertitamente ologrammi come flashback della vita vissuta, di un Ciro cambiato, cresciuto, che non c’è più. Lui, piemontese ormai quasi perfetto, nella testa e nell’ indole, porta ancora in pancia la sua napoletanità non più condivisa però dal popolo azzurro, in quanto reo con Fabio Cannavaro d’incoerenza d’amore nei confronti della squadra del cuore, laddove parole e fatti si scontrano come i guantoni indossati dal famoso personaggio interpretato da Sylvester Gardenzio Stallone. Diatriba, questa, del tutto intestina al territorio del Golfo e nella quale trovano collocazione e ragione le varie e diverse sensibilità.
Rimangono ora solo novanta minuti di speranza per una storia da consumare, per i più, davanti ad un televisore (cit. Domenico Infante – Novanta minuti – Ed. “Scrittura & Scritture”), da bere in un sorso, per una partita che è da sempre la madre delle sfide. Questa volta però non ci sarà pareggio e nemmeno si faranno prigionieri, sarà solo un bivio dopo il quale molte cose cambieranno, sia per i vincitori che per i vinti.
Prospettive diverse attendono “Rocky” Ferrara ed il Napoli che affronteranno la contesa con stati d’animo contrapposti. Questa sera sul ring dell'Olimpico la vittoria di Ciro potrebbe anche non rivelarsi decisiva, quale variabile positiva delle sue ambizioni e della sua carriera, rimanendo comunque l’ultima di questa sua (prima) esperienza sulla panchina bianconera. L’ombra di Hiddink ha ormai quasi fagocitato il suo ruolo tecnico. Una vittoria del Napoli, invece, spingerebbe gli azzurri sulla strada della consacrazione per la vittoria finale del trofeo e per un posto tra le grandi di Champions League.
Ora bisognerà fermarsi ed attendere che la storia faccia il suo corso, affinchè il destino possa svelare quanto prima la sue verità.
Antonello Greco
Ciro da vecchio guerriero napoletano,ti stimo e ti ammiro,ti auguro di riprenderti presto da questa crisi,e mi permetto di darti un suggerimento:
fatt accattà nu poco e genta nova.