Cinque giocatori in meno di due mesi, è il turn-over della Martos, sei, se si aggiunge ad essi Sestokas che era in prova e non è stato confermato, ed il numero potrebbe salire ancora.
Per un Adeleleke (sospeso per inadempimento degli obblighi contrattuali) che i suoi stessi compagni hanno voluto fuori nella disastrosa gara con Caserta, e che raggiunge i tagliati Allred, Kruger, Oglesbye e Reynolds, la Martos Napoli si appresta all’ennesimo cambiamento strutturale del suo roster. Ieri è stato annunciato l’ingaggio di Armand Skele e Robert Traylor, “the tractor” classe 1977, di Detroit, 204 cm per 135 (forse) kg. Traylor vanta sette stagioni in Nba da specialista dei rimbalzi, le ultime tre tra Spagna, Venezuela e  Turchia, sperando che non abbia problemi di peso.
Resta un vuoto incredibile per il ruolo di play. Lasciata andare la delusione Kruger, si fanno i nomi di John Lucas (che però ha trovato un contratto in Nbdl e vanta due fugaci apparizioni nel campionato italiano, nel 2006 ad Udine, per un mese, e nel 2007 a Treviso per tre mesi), Singletary e Trevis Best, una annata ad Avellino, ma l’attempatello playmaker (sette stagioni in NBA con Indiana, ma otto anni fa) ha 37 anni.
L’ingaggio di Skele, poi, getta altra confusione su un roster costruito “a spizzichi e mozzichi”, La guardia, oggetto di un duro provvedimento di squalifica da parte della sua nazionale dopo gli Europei di Polonia, affollerà ulteriormente il reparto dei “piccoli” al quale bisogna aggiungere Gigena, i cui rapporti con la società sono stati ricomposti dopo i contrasti della settimana scorsa.
Che dire? Che è difficile imbastire una carta da musica se i musicanti cambiano ogni settimana. Dare una identità a questa squadra prima che anche l’ultima sirena sia suonata è la “mission impossible” di coach Pasquini.

Domenico Infante - Redazione Napolisoccer.NET